The Dark Side of the Sun – Recensione
Presentato al Festival di Roma qualche anno fa, arriva finalmente nelle nostre sale The Dark Side of the Sun, una storia poetica ed emozionante sui bambini ‘allergici’ al sole che frequentano il Camp Sundown. La loro storia raccontata tra live action documentaristico e animazione romanzata, ci porta a conoscere i figli della notte e la loro commovente storia per vivere una vita normale, alla luce della luna.
La Xeroderma Pigmentosum è una rara malattia genetica che non permette ai bambini di esporsi alla luce del sole. Grazie al Camp Sundown, un campo estivo fuori New York, la notte diventa il giorno e questi bambini possono vivere insieme ed accettare la loro condizione.
Quando si decide di girare un documentario si può scegliere di seguire la via più didascalica o quella più romanzata, ma che riesce ad arrivare dritta al punto in ogni caso. The dark side of the sun segue questa seconda strada, alternando scene documentaristiche vere e proprie ad altre animate che permettono al film di rivolgersi ad un pubblico di tutte le età.
La forza della pellicola di Carlo Hintermann, infatti, sta proprio nel fatto di poter essere visto da chiunque e sentirsi coinvolto completamente in maniera emozionante e semplice.
The dark side of the sun oltre a darci una perfetta visione della vita di questi bambini affetti da xeroterma pigmentosum, ci avvolge con una poesia inaspettata data non solo dalla spontaneità dei protagonisti, ma soprattutto da un’animazione delicata che ricorda il tratto del maestro Miyazaki.
Hintermann evita in maniera molto intelligente l’effetto strappalacrime della pellicola, anche se l’emozione non manca. Questo perché a Camp Sundown c’è vita, c’è gioia per questi bambini e ragazzi che fanno le stesse identiche cose che farebbero di giorno, ma solo quando calano le tenebre, nonostante i loro problemi; la vita è, infatti, il cuore pulsante di questo film.
E poi ci sono le animazioni, come detto, di Lorenzo Ceccotti che catturano lo spettatore connotando ‘padre notte’ di una duplice caratterizzazione. Da una parte, infatti, è il male, colui che li ha resi così, costretti a vivere nel buio di una vita capovolta, dall’altra però li accudisce, regala loro sollievo sentendosi in colpa per averli portati a vivere un’esistenza così difficile.
The Dark Side of the Sun non è il classico documentario, è qualcosa di più perché viaggia grazie alla fantasia del bambini e ad una serie di possibilità che permettono al regista di non rendere mai noiosa la messa in scena e di portarci in prima persona tra i bambini per i quali il mondo è al rovescio e brilla di luce lunare.
Sara Prian