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The East – Recensione

Presentato al Sundance Film Festival 2013, The East, è un thriller a carattere ecologico, che mescola spionaggio e terrorismo, non avendo paura di parlare di un tema così poco discusso come gli attentati alle persone e all’ambiente da parte dei colossi industriali americani e mondiali.

Sarah Moss (Brit Marling) è una giovane donna, ex agente dell’FBI, che lavora come infiltrata per un’agenzia privata di spionaggio, la Hiller Brood, curando gli interessi di grandi aziende americane e multinazionali. La ragazza viene scelta per una missione importante: dovrà infiltrarsi in un’organizzazione anarchica chiamata “The East”, responsabile di piccoli attacchi terroristici a compagnie accusate di crimini ambientali o contro la salute dei cittadini, in particolare nell’industria farmaceutica. Riuscendo a vincere la fiducia dei membri del gruppo rivoluzionario, Sarah si ritroverà a far parte di quel mondo, mettendo in discussione i propri principi.

Il regista Zal Batmanglij e l’attrice Brit Marling, co-sceneggiatrice e protagonista, hanno scelto di mettersi al di là della barricata e di schierarsi con gli attivisti, mostrando al pubblico i lati oscuri e i segreti, che le grandi multinazionali nascondono ai nostri occhi.

La cellula terroristica The East si occupa infatti, di mostrare i danni che le aziende provocano distruggendo l’ambiente e attentando alla salute dei poveri consumatori. Violenza psicologica e tensione, è ciò che respira all’interno del gruppo e Sarah sarà la prima a pagarne le conseguenze per riuscire ad ottenere la fiducia dei membri.  Di forte impatto la scena in cui la ragazza è costretta ad immergere la propria mano all’interno del ventre di un capriolo ammazzato per gioco da estranei e recuperato dal gruppo per restituirlo alla natura.

Natura ed artificio, quello creato dalle industrie, che per l’intero film continuano a lottare fra loro, distruggendo a poco a poco, anche le certezze di Sarah. La passione di Benji (Alesander Skarsgård), Izzy (Ellen Page) e Doc (Toby Kebbell), i membri più importanti dell’organizzazione rivoluzionaria, in opposizione alla glaciale Sharon (Patricia Clarkson), leader della Hiller Brood.

I moderni sessantottini hippie, i membri di The East, anticonsumisti e naturisti, impersonificano la giustizia, anche se i loro attenti appaiono più come atti di vendetta. Anarchici quindi, ma anche giusti, perché il loro scopo è quello di salvaguardare l’ecosistema e l’umanità.

The East, grazie ad un ritmo sempre intenso e sostenuto entra in profondità, capace di far riflettere lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo per l’intera durata, una buona prova registica ed interpretazioni che sprigionano grande forza ed intensità.

Alice Bianco

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