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The Gunman – Recensione

Un uomo col fucile, Gumnan, ancora un killer professionista del mirino. Questa volta è un muscoloso Sean Penn a vestire i panni, forse un po’ troppo in stile Stallone dell’epoca d’oro, dell’eroe dal doppio volto e dal passato scomodo.
Ma qui si gioca in un terreno delicato provando, tra l’altro, a denunciare il marcio che talvolta si nasconde dietro alle diverse organizzazioni umanitarie. Nel 2006 Jim Terrier lavora in Congo insieme alla fidanzata Annie (Jasmine Trinca) per conto di una Organizzazione Non Governativa che si occupa di fornire aiuti alle popolazioni locali. Ma la sua vera attività è quella di killer professionista, incaricato di uccidere su commissione. Portato a termine l’incarico di assassinare un Ministro congolese, Jim si trova nelle condizioni di dover sparire dalla circolazione e di lasciare la sua donna. Otto anni dopo, Terrier è di nuovo in Congo e lavora ad un progetto di aiuti per le popolazioni locali. Scampato per miracolo a un attentato da parte di tre sicari, è costretto a tornare in azione perché intuisce che qualcuno dei suoi colleghi del passato lo vuole morto. Per scoprire chi tira le fila del complotto ai suoi danni, Jim si sposta da Londra (dove trova Annie ora sposata col suo ex amico e collaboratore Felix), a Barcellona (dove ritrova il vecchio collega Cox), fino a Gibilterra.
Eccolo qua, Sean Penn, si proprio lui, l’attore due volte Premio Oscar, uomo intelligente e attore grandissimo, impegnato in importanti battaglie civili e umanitarie, nei panni di un eroe tutto muscoli (ma che cura di palestra e proteine avrà fatto?) e testosterone e, neanche a dirlo, dal grilletto facile.
Attratto da una storia (tratta dal romanzo scritto negli anni Ottanta da Jean-Patrick Machette “Posizione di tiro”) che ha anche contribuito a sceneggiare e a produrre, il divo ha ammesso di aver molto amato un personaggio che è un ex membro delle forze speciali attive in zone molto delicate, un uomo dal doppio volto che lavora come contractor mercenario ma anche per progetti umanitari con una ONG.
E’ cosa nota che Penn abbia avuto esperienze di lavoro umanitario ad Haiti e in altre zone critiche del mondo: da qui a sposare il progetto di The Gunman il passo è stato breve.
I temi spinosi messi sul piatto della bilancia di questo action movie firmato da un esperto del genere come Pierre Morel (sue sono le regie del blockbuster Taken – Io vi troverò con Liam Neeson e dell’adrenalinico From Paris with Love con John Travolta) sono quelli dello sfruttamento non sempre trasparente delle risorse minerarie in Congo e dell’operato non sempre ‘pulito’ delle multinazionali che agiscono in modi oscuri per garantirsi una cospicua fetta di profitti dai paesi in va di sviluppo.
Argomenti di scottante attualità che in questo caso vengono però mal amalgamati con il sempre florido genere action roboante tutto inseguimenti e rese dei conti.
E’ come se alla doppia faccia del protagonista corrispondesse il doppio volto di una pellicola che non riesce a essere convincente volendo conciliare l’inconciliabile: azione, pugni e mitragliate con l’urgenza di intervenire sui drammi reali vissuti dalle popolazioni di certe aree del mondo. Qualcosa non funziona.  
E così tra un incipit in Congo (dove si combatte ancora per il diritto all’acqua potabile per tutti gli abitanti) e un tour europeo che va da una grigia Londra a una solare Barcellona fino a quella linea di confine tra due mondi segnata dall’enclave di Gibilterra, il nostro eroe in cerca di redenzione (immancabile) e vendetta (ovvia) dovrà vedersela con un ex amico doppiogiochista cui offre il volto Javier Bardem (ma non erano bastati altri sublimi cattivi a mostrare il suo talento per certi ruoli?), con un ‘cattivone’ viscido (anche lui ex amico e collega) impersonato dal grande attore Mark Rylance e con un enigmatico agente dell’Interpol interpretato da Idris Elba. Unica presenza femminile del film, l’italiana Jasmine Trinca che offre una buona prova nei panni della donna amata (persa e poi ritrovata) dal protagonista: poco glamour e molto sentimento, misura e talento.
Action movie che tenta di imbellettarsi con una spolverata di impegno, The Gunman segna un vero passo falso nella carriera di Sean Penn. Un divo altrove perfetto che qui rischia addirittura di sfiorare il ridicolo quando, in un brutto finale ambientato durante una folkloristica corrida, indossa un giubbotto antiproiettile ridotto ai minimi termini per mostrare bicipiti e addominali scolpiti ad arte.
No, Sean Penn trasformato in qualcun altro non serviva proprio.

Elena Bartoni
 

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