Recensioni Film

The Last Stand – L’ultima sfida – Recensione

Terminator è tornato e ora fa lo sceriffo in una cittadina al confine tra Stati Uniti e Messico.
Si, è sempre lui, l’inimitabile Schwarzy con qualche anno in più ma pronto a dimostrare che la sua forza è la stessa di un tempo. Implacabile, imbattibile, indistruttibile, come solo lui sa esserlo.
In The Last Stand – L’ultima sfida Arnold Schwarzenegger è lo sceriffo Ray Owens che, dopo aver abbandonato la polizia di Los Angeles a causa di un’operazione antidroga finita male, ora conduce una vita tranquilla a Summerton Junction cittadina dell’Arizona al confine col Messico. Ma la quiete sta per essere spazzata via. Gabriel Cortez (Eduardo Noriega), il più pericoloso e ricercato narcotrafficante degli Stati Uniti, organizza una spettacolare fuga dal furgone-prigionieri dell’FBI e si dirige a velocità folle, con una Corvette ZR1 modificata su misura per lui e capace di superare i 500 km all’ora, verso il confine messicano in una zona vicina a Summerton. L’FBI, capitanata dall’agente John Bannister (Forest Whitaker), lo insegue anche perché Cortez ha preso in ostaggio l’agente Ellen Richards (Genesis Rodriguez). Cortez non teme l’FBI ma dovrà fare i conti proprio con lo sceriffo Owens aiutato dalla sua personalissima (e un po’ scalcagnata) squadra: i vice-sceriffi Sarah Torrance (Jaimie Alexander) e Mike “Figgie” Figuerola (Luis Guzmàn), cui si aggiungono il delinquente della città Frank Martinez (Rodrigo Santoro) e il pazzoide locale Lewis Dinkum (Johnny Knoxville).  
Rieccolo! A 65 anni suonati Schwarzenegger torna sullo schermo a picchiare ancora duro. In realtà lo avevamo già rivisto ne I mercenari e I mercenari 2 ma ora in questo The Last Stand fa davvero da padrone della scena. Eh già, basta guardare il suo scontro finale corpo a corpo con il villain Eduardo Noriega: per questa scena Schwarzy sembra abbia voluto limitare il più possibile l’uso delle controfigure.
Tornato al cinema dopo una decina d’anni e dopo la parentesi politica di 38° Governatore della California, Schwarzenegger parte tranquillo, a dire la verità senza neanche stare troppo in primo piano nella prima parte del film dove a dominare la scena sono i comprimari, dal cattivone all’agente FBI che se lo fa scappare, ma lui, da perfetto action hero, si riserva di venire alla ribalta nello scontro finale.
Il plot del film è prevedibile ma l’ambientazione inconsueta da western (d’altronde il regista Kim Jee-won ha dimostrato di amare il genere dirigendo il film-omaggio Il buono, il matto, il cattivo, western orientale ambientato nella Manciuria degli anni ‘30 ) conferisce al piatto un sapore speziato. Una vera “cavalcata selvaggia” da western moderno fa da cornice al solito contrasto tra bene e male senza esclusione di colpi, dove fin dal primo minuto si sa chi vincerà tra inseguimenti ad altissima velocità, sparatorie, spargimenti di sangue e un finale da Mezzogiorno di fuoco con la resa dei conti su un ponte isolato preceduta da una ‘caccia’ in un campo di pannocchie a bordo di auto lanciate a folle velocità davvero efficace dal punto di vista visivo.
Il regista sudcoreano Kim Je-woon confeziona il suo primo film in lingua inglese come un puro prodotto di intrattenimento in cui ha saputo coinvolgere un team di attori di tutto rispetto a far da cornice al redivivo Schwarzy. L’ottimo Forest Whitaker (Oscar per L’ultimo Re di Scozia), l’affascinante attore brasiliano Rodrigo Santoro (già visto in Love Actually e 300), l’attore spagnolo Eduardo Noriega (interprete di Apri gli occhi accanto a Penelope Cruz). Completano il piatto Johnny Knoxville, noto negli Stati Uniti come star del discusso reality di MTV Jackass (divenuto anche film) e la bella Jaimie Alexander (già ammirata in Thor).
Che dire infine dell’inevitabile polemica che potrebbe nascere dall’abuso di armi in un film che di questi tempi (con tante, troppe stragi dovute proprio alla diffusione delle armi) può sembrare “politically scorrect”? Da navigato politico, Arnold l’ha liquidata con un doveroso richiamo a separare la realtà dai film d’intrattenimento e con l’invito ad avere un approccio a 360 gradi sulla delicata questione.
Last Action (diplomaticissimo) Hero!

Elena Bartoni
 
 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio