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The Salvation – Recensione

Approda al Festival di Cannes il primo film western, visto dagli occhi di un danese (anche se non è la prima volta), il regista, Kristian Levring, aiutato da uno dei più celebri sceneggiatori della Danimarca, Anders Thomas Jensen. Un western con una sceneggiatura fin troppo classica, che però punta tutto su un florido cast, l’uso del CGI ed un’ottima fotografia.

1870, America. Jon (Mads Mikkelsen), è un colono, la cui famiglia è stata brutalmente uccisa. L’uomo riesce ad uccidere l’assassino, ma innesca l’ira di Delarue (Jeffrey Dean Morgan), il capo della banda del posto. Jon allora, è costretto a combattere i fuorilegge per salvare la sua città.

Da sempre il western e i grandi maestri che l’hanno portato sul grande schermo, sono motivo di ammirazione e di ispirazione, Levring ha così cercato di dare una propria visione del genere, riuscendo a creare una pellicola che si fa guardare, con un’attenzione particolare proprio all’aspetto visivo, che sembra aver avuto un’importanza maggior rispetto a tutto il resto.

C’è da dire infatti, che la sceneggiatura di Jensen non sia delle più originali: sono presenti la classica figura del buono, a cui accade qualcosa di brutto e che ha come scopo principale quello di uccidere il cattivo, il villain del paese che detta legge e ad essi, si aggiungono anche l’onnipresente figura dello sceriffo, quella del sindaco corrotto e un’unica figura femminile con i cosiddetti.

La Madelaine muta, interpretata da Eva Green infatti, fucile in mano, mostra carattere, quello tipico dei personaggi da lei interpretati, infondendole però anche un’anima buona, il silenzioso Jon, Mads Mikkelsen, invece, è il classico buono, assetato però di vendetta, un eroe anti-eroe danese-americano.

Fucili, effetti speciali, ma anche tanto silenzio, elemento che sembra quasi principale, assieme all’aspetto superficiale, spettacolare e visivo, contribuiscono a rendere The Salvation una pellicola godibile, ma niente più.

Del classico spaghetti western infatti, Levring sembra aver attinto poco, puntando invece verso una visione più moderna, anticonformista, ma nonostante questo, alla fine sembra essere caduto lo stesso nei tipici clichés.

Poco empatico, quasi piatto e curato solamente nel suo aspetto fotografico e scenografico, se non fosse per un cast di tutto rispetto, specialmente Eva Green e Mads Mikkelsen, il film risulterebbe solamente un buco nell’acqua, facilmente dimenticabile dopo una prima visione.

Alice Bianco

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