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The Story of Film – Recensione

Mark Cousins, il  regista dell’evento cinematografico dell’anno, ha impiegato 5 anni di lavoro e 15 ore di film per il più completo documentario dedicato alla storia del cinema, intitolato The Story of Film.
Uscirà ogni martedì, proiettandone due episodi, a cominciare dal 25 settembre nelle sale di Roma, Torino, Bologna, Genova, Padova, Bari, proseguendo per sette settimane.
The Story of Film è una lettera d’amore che il regista scrive al Cinema, regalandoci interviste con i più grandi registi italiani e americani da Lars Von Trier a Gus Van Sant fino a Bernardo Bertolucci.
Mark Cousin, lo ammette lui stesso, utilizza un linguaggio semplice quando ci racconta la storia del cinema degli anni 20 fino ad arrivare agli anni 70, passando dal neorealismo italiano ai noir americani, e ci dice che “quando capisci realmente e profondamente ciò che stai raccontando, non utilizzi parole tecniche, ma fai ricorso a un linguaggio più semplicistico con l’intento di far appassionare i giovani e i non addetti ai lavori”.
E questo film è proprio ciò che afferma il regista, un’ opera monumentale su cosa ci ha raccontato il cinema e cosa ci ha dato, su cosa i grandi registi hanno voluto raccontare e su come ci sono riusciti, affrontato nel modo più interessante possibile.
Uno sguardo intelligente e appassionato su come la vita ci sia stata descritta attraverso la cinepresa, lasciandoci di fronte ad interrogativi e riflessioni che ci fanno ‘pensare’.
Alfred Hitchcock diceva che “il cinema è la vita senza le parti noiose” mentre Rossellini affermava che il “il cinema è proprio le parti noiose”.
Non posso esprimere un parere su chi di questi due registi meravigliosi avesse ragione ma posso consigliare di vedere The Story of Film a tutti coloro che amano il cinema e la vita.

Veronica Corsi

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