The White Storm – Recensione
L’ottava edizione del Festival del Cinema di Roma si conclude in bellezza con la pellicola cinese The White Storm di Benny Chan. Un film d’azione che potendo contare su un budget di 124 milioni di dollari ha potuto esprimersi ed esprimere il suo grandeur, sacrificando però un po’ la narrazione.
Tim (Sean Lau) è un ambizioso ispettore capo della sezione narcotici, Chao (Louis Koo) è un poliziotto che agisce sotto copertura, Wai (Nick Cheung) è il fedele subalterno di Tim che spera, un giorno, di guadagnarsi il rispetto degli altri. I tre sono amici per la pelle ma una nuova missione metterà a rischio il loro legame fraterno.
Fra intrighi polizieschi, scene d’azione con elicotteri dotati di missili e centinaia di colpi sparati dalle mitragliatrici, c’è spazio anche per la vita privata e i valori come l’amicizia e l’amore.
Chao vede questa come la sua ultima missione prima di poter iniziare una nuova vita con la fidanzata, Wai invece, dopo essere stato lasciato dalla sua ragazza, vuole semplicemente recuperare fiducia in se stesso e Tim pensa che la cattura del più potente e temuto signore della droga possa essere fondamentale per la sua carriera.
Il tema della scelta è un altro dei pilastri del film: Tim viene costretto a scegliere quale fra i due suoi amici tenere in vita, Chao se rimanere con la fidanzata o agire in nome dell’amicizia che lo lega ai tre.
Buona quindi la parte narrativa così come quella registica. L’unico elemento che forse rappresenta uno scoglio, ma facilmente sormontabile se piace la narrazione, è il montaggio.
La prima metà del film scorre fluidamente, trama e scene d’azione, poi però succede “l’evitabile”: situazioni al limite dell’inverosimile, scene d’azione che ricordano troppo un videogame e alcune gags che con il film hanno poco a che vedere.
Nonostante tutto però, l’atmosfera che si respira durante il film è positiva. Buoni i temi così come le interpretazioni dei protagonisti, l’unica cosa da non eliminare sarebbe stato tutto quel ridicolizzare con scene un po’ inutili, ma si sa…nessuno è perfetto.
Alice Bianco