Transcendence – Recensione
Da sempre religione e scienza sono due discipline che camminano ognuna su sentieri opposti, con Transcendence, ad esse si aggiunge anche la tecnologia, creando così una pellicola che è un miscuglio di concetti egregiamente narrati e portati sullo schermo con maestria, seppur con qualche difetto, dal neo regista Wally Pfister.
Il film è tutto concentrato sulla figura del dottor Will Caster (Johnny Depp), uno dei più brillanti studiosi nel campo dell’intelligenza artificiale. Ha creato un sistema avanzato di computer con autocoscienza, il PINN. Un attentato da parte di una frangia terroristica, che vuole bloccare lo sviluppo di queste tecnologie, lo riduce alla morte e la moglie Evelyn (Rebecca Hall), anch’essa studiosa, decide di sottoporre la mente del marito allo stesso procedimento, riuscendo così a mantenere viva la sua mente. L’esperimento ha successo, la mente di Will vive ed acquista rapidità e potenza di calcolo, contaminandosi però con i computer.
Prima di poter dire qualsiasi cosa sul film è ben chiarire il concetto di trascendenza: è una realtà concepita come ‘’al di là’’, rispetto a questo mondo, al quale si contrappone secondo una visione dualistica.
Il dualismo è uno degli elementi più presenti all’interno del film, in primo luogo perché questa intelligenza artificiale, altro non è che il presupposto affinché l’uomo evolva e finisca per diventare quasi immortale, l’altra è proprio la lotta al potere che l’essere vivente vuol perseguire per diventare come Dio e anzi, superiore a lui.
Superiore non significa però necessariamente migliore e lo spettatore, estasiato dai grandi poteri della scienza e della tecnologia, a circa metà del film sarà obbligato a farsi qualche domanda, soprattutto la macchine e la tecnologia, che oggi hanno sempre maggior potere di lui, lo potranno sostituire definitivamente?
A tentare di darci una risposta sono stati lo sceneggiatore Jack Paglen e il regista, che utilizzando l’espediente della biochimica hanno voluto dimostrare cosa sia veramente importante.
Noto per essere un direttore della fotografia, per Pfister è altrettanto fondamentale l’importanza di essa e della scenografia, dimostrando infatti di avere un occhio di riguardo per i dettagli, i colori e la resa visiva nel complesso, tutti elementi che da un lato arricchiscono la visione surreale, dall’altra spezzettano un po’ la fluidità del racconto.
Transcendence comunque, risulta per essere non il classico film sci-fi, bensì un miscuglio di pellicole e concetti proposti in opere concettuali già portate sullo schermo (es. The East e la missione terroristica, Her, l’innamoramento dell’essere umano verso una macchina) qui però, mirabilmente concatenati e riadattati, creando un film mediamente facile da seguire, nonostante filosofie e paroloni, di forte impatto visivo e con buone interpretazioni da parte di Johnny Depp, Rebecca Hall e Paul Bettany.
Alice Bianco