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Two weeks notice (Due settimane per innamorarsi) – Recensione

Nel 2002 lo sceneggiatore Marc Lawrence debutta alla regia con la commedia romantica Two weeks Notice – Due settimane per innamorarsi, che vede per la prima volta insieme sul grande schermo un Hugh Grant, ricco e dongiovanni, e una Sandra Bullock, risoluta e brillante.

Lui è George Wade, proprietario di una delle più importanti società immobiliari di New York. Lei è Lucy Kelson, un’avvocatessa preparata, democratica e sobria, motivata da nobili ideali. La giusta causa per la quale Lucy si batte è il Community Center, edificio che George vorrebbe demolire. Accettando di lavorare per il suo “nemico”, Lucy ottiene che il Community Center, per anni riparo per disadattati e poveri, non venga toccato. Ma il rapporto tra capo e rappresentante legale è del tutto singolare: un’amicizia invadente e quasi morbosa che vede Lucy interpellata dal frivolo, viziato e indeciso George non solo per questioni d’ufficio, ma anche nella scelta di materassi, cravatte e mobili per la sua casa. L’avvocatessa decide di dare un taglio alla situazione, licenziandosi, con abbandono ufficiale del posto di lavoro entro due settimane. È proprio in questo arco di tempo che George si accorge di perdere qualcosa di importante e che Lucy, di fronte alla sua sostituta bella, giovane e ambiziosa, scopre di essere gelosa.

Nel rapporto tra George e Lucy l’amore è dietro l’angolo con una sceneggiatura semplice, che calza a pennello i classici schemi hollywoodiani, dalla quale non poteva che scaturire una commedia facile, simpatica e piacevole. La forza della pellicola è tutta nella coppia Grant/Bullock che funziona con buoni ritmi e grande affinità. Hugh Grant è un capo superficiale e indeciso, tutt’altro che arcigno e ostico, nella cui performance spicca la sempre gradevole e composta comicità britannica, ricca di sfumature. Sandra Bullock è, a sua volta, energica e ironica, protagonista di episodi esilaranti.

A fare da sfondo, la città di New York per una commedia dalle tinte rosa da vedere a cuor leggero.

Elisa Cuozzo

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