Un milione di modi per morire nel West – Recensione
C’erano una volta i Griffin, poi è arrivato Ted e l’ascesa di Seth MacFarlane non si è più fermata. E’ così sbarca nelle nostre sale Un milione di modi per morire nel West e con esso anche una sorta di maturità stilistica, più che di contenuto, che non perde mai di vista la sua vena comica, raccontandoci delle (dis)avventure di Albert, lo stesso MacFarlane, che dopo essere stato lasciato dall’amore della sua vita Louise (Amanda Seyfried), incontra la nuova arrivata in città, Anna (Charlize Theron), che aiutandolo a ritrovare la fiducia in se stesso gli farà anche perdere la testa. Quello che Albert non sa è che Anna è la moglie del più temibile pistolero in circolazione.
Ricco di citazioni da far felice un cinefilo, farcito di quel romance che piacerà tanto alle ragazze, unito a battute irresistibili, Un milione di modi per morire nel West sembra nato apposta per far felici tutti i palati, con una rom-com che non smette mai di strizzare l’occhio allo spettatore.
MacFarlane sa benissimo che la base su cui partire non sono tanto i classici western con Clint Eastwood, che omaggia dando al pistolero più temibile il nome di Clinch Leatherwood, ma il secondo capitolo di Ritorno al futuro. Ed è da lì, da quelle ambientazioni, da quei personaggi di contorno al limite del caricaturale, che il creatore di Ted costruisce la sua messa in scena, inserendo tutto quello che lo ha da sempre identificato: battute e momenti esilaranti.
L’impressione che però si ha è che, in questo caso, MacFarlane decida di smorzare un po’ i toni, di essere meno irriverente e sboccato, lasciando più spazio all’aspetto romantico della narrazione e alla validità della sua tesi, cioè che il West è un posto dove vivere fa schifo, dal quale si sente il bisogno di sfuggire. Questo “colpo di genio” del regista salta subito all’occhio per la sua aperta e per niente velata contrapposizione con il mito americano della tradizione. MacFarlane si fa beffe dell’Ovest, del luogo da dove è nato, si dice, lo spirito a stelle e strisce, permettendosi battute sprezzanti dichiarate però con innocenza, quasi senza scopo se non quello di regalare una risata ad uno spettatore che deve, per forza di cose, sapere stare al gioco.
E se lo scardinare i punti fermi di una nazione risulta il punto forte della pellicola, il tutto viene costruito attorno ad una storia d’amore che, per quanto divertente, con una Charlize Theron con una grande ed inedita vena comica, risulti leggermente troppo debole e banale per riuscire a tenere in piedi tutta la grande macchina da sberleffi di MacFarlane.
Un milione di modi per morire nel West si divide, quindi, tra il serio e il faceto non riuscendo a trovare una sua completa identità, ma offrendo, in ogni caso, un buon intrattenimento e delle sane risate.
Sara Prian