Volantin Cortao – Recensione
Paulina, ventunenne che svolge un tirocinio presso un istituto di riabilitazione per adolescenti, fa la conoscenza del giovane criminale Manuel. Gradualmente la ragazza si introduce nel mondo di lui, e presto nasce un’intesa che va oltre l’amicizia. Attraverso questa relazione Paulina impara il valore della scelta individuale contro le convenzioni e le imposizioni, rischiando di pagarne il prezzo. Ecco un nuovo prodotto di finzione sulla scia del documentario dove la cinepresa non perde mai di vista i personaggi, inquadrandoli il più delle volte di spalle oppure in primo piano per coglierne pensieri e sensazioni. Obbedisce scrupolosamente alle regole del genere, o quantomeno presenta le prerogative indispensabili a renderlo digeribile: montaggio accorto e sintetico, dialoghi plausibili e strettamente funzionali al disegno psicologico-sociale, opportuna assenza di punti morti e digressioni superflue. Un film sincero, trasgressivo dietro la pacatezza e al tempo stesso tenero, apprezzabile per la misura con cui coniuga la descrizione di una realtà disagiata con l’esaltazione dei sentimenti. Bravi e in parte i due protagonisti, anche perché i due registi indirizzano la loro recitazione verso quel realismo sottovoce che non è affatto così scontato saper tirare fuori dai propri interpreti. Istruttivo e piacevole, ha il pregio ulteriore di una durata non eccessiva.