Wild Tales (Relatos Salvajes) – Recensione
Alternando il suo lavoro tra televisione e cinema, il regista argentino Damian Szifron, porta al Festival di Cannes, in Concorso, una pellicola particolare, che amalgama il genere comico alla violenza, allo splatter, finendo per stupire e grottescamente far divertire lo spettatore.
La pellicola è suddivisa in sei episodi. Tre donne e tre uomini, con un passato, un presente, improvvisamente catapultati in una situazione difficile, improvvisa e che quasi sempre risolvono a colpi di calci, pugni o peggio.
Sei tra storie d’amore, violenza, follia e ricordi, che alla fine finiscono per intrecciarsi tra di loro, finché tutto non cade nell’abisso, in un innegabile piacere di perdere il controllo. Questo è Wild Tales (i racconti selvaggi), il classico film che non ti aspetteresti.
Liberamente ispirato alla serie tv ‘’Storie incredibili’’, ideata da Spielberg negli anni 80, la pellicola di Szifron è modellata proprio sullo stile del regista, in cui traspare la sua aderenza al piccolo schermo, con una formula cinematografico poco usata, come quella degli episodi singoli, ma concatenati.
Tutti i protagonisti, per citare anche il produttore della pellicola, Pedro Almodovar, sembrano tutti ‘’sull’orlo di una crisi di nervi’’ e senza freni inibitori, in qualche modo riescono a sfogarsi.
L’amore è l’elemento che di per sé riesce a sopravvivere, ma solamente dopo aver passato tutte le pene dell’inferno, tra scazzottate, violenze ripetute, minacce e chi più né ha più né metta.
Tra le righe, impossibile non percepire il vero messaggio della pellicola. Un’opera che mette in scena le ansie e le preoccupazioni di una società che sembra perdere facilmente la pazienza e dei punti di riferimento, arrivando al punto di implodere in se stessa, stanca del mondo cinico e corrotto in cui vive.
Nonostante non tutti gli episodi siano allo stesso modo, appetibili, divertenti e ben costruiti, nel complesso, la pellicola di Szifron lascia il segno, grazie proprio alla capacità di mettere in equilibrio differenti generi cinematografici e finendo per stupire in positivo, spiazzando con la sua follia e facendo divertire con la sua comicità nera, psicologica ed oltraggiosa.
Alice Bianco