Wilde Salome – Recensione
Devastante, limpida come un raggio di luna, fuori dagli schemi, folle. Aggettivi che ben si associano al personaggio di Salomé, interpretato da Jessica Chastain, ma anche all’opera del 2011, diretta da Al Pacino. Un’opera divisa in due parti, la cui prima, “Wilde Salomé”, vede finalmente la luce nelle nostre sale dopo essere stata acclamata al Festival di Venezia.
Qui troviamo Al Pacino alle prese con la messa in scena dell’opera teatrale Salomé scritta da Oscar Wilde, dove interpreta la parte di Erode, decidendo di realizzare un film, mentre lo gira, però, sceglie di documentare i diversi passaggi che portano alla sua elaborazione di questo testo.
Al Pacino aveva già portato in scena, quasi vent’anni fa, qualcosa di molto simile con Looking for Richard dedicato al Riccardo III di Shakespeare. E il passo dal Bardo ad un altro grande scrittore britannico, sembra più breve di quello che si possa pensare. Il grande attore, che qui mette in scena tutta la sua poliedricità, si confronta non solo con la sua passione, ma anche con la sua ossessione, termine questo che connota un po’ tutta l’opera. L’ossessione è prima di tutto quella di Salomé per Iokanaan (Giovanni Battista): la vergine sente la sua voce e si innamora di lui. Al rifiuto di un bacio da parte del profeta, dopo aver danzato per il patrigno Erode che le promette ogni cosa se danzerà per lui, chiede al sovrano di farle portare su un piatto d’argento la testa di Iokanan. Ma l’ossessione che caratterizza l’opera è anche quella di Al Pacino che si immerge totalmente in questo progetto, scontrandosi anche con i produttori. Difficoltà di produzione che poi saranno anche di distribuzione. Seguendolo costantemente nella sua ricerca, il documentario diventa sotto certi punti di vista un ritratto personale del grande artista americano con origini italiane. Il lavoro di ricerca porta l’attore-regista sulle tracce di Oscar Wilde, a Londra Parigi, Dublino, New York. Ci racconta la vita dello scrittore, della sua opera. Rraccoglie anche interventi di personaggi famosi come Bono Vox degli U2, di Tom Stoppard, Gore Vidal.
Pacino riesce sapientemente ad amalgamare questa parte più documentaristica nel senso classico a quella dedicata alla preparazione dell’opera teatrale che lo vede impegnato nel ruolo di Erode. Le prove, la prima, alcune delle migliori scene che poi compongono il film teatrale. L’altra chicca, infatti, sarebbe proprio il film teatrale (che potete trovare nel dvd in lingua originale) dove lo spettatore è condotto dietro all’occhio della macchina da presa, a vivere in prima persona, lì in mezzo al palco, queste interpretazioni che rasentano la perfezione.
C’è qualcosa d’inspiegabile in quello che Salomé riesce a smuovere dentro, un qualcosa di assolutamente irrazionale che, grazie anche ad un interpretazione sublime e crescente della Chastain, si sviluppa pian piano all’interno dello spettatore. Ci si ritrova, infatti, alla fine, spiazzati, distrutti, sconfitti dalla potenza delle parole e dei gesti, quasi senza fiato per quella storia piena di peccato, quanto di amore malato, di follia.
L’occhio dello spettatore, essendo cinema, è guidato, non può soffermarsi dove vuole lui, ma i primissimi piani enfatizzano tutto quello che, anche dalla prima fila della platea, non riusciremmo a cogliere con questa pienezza. E se Salomè danza sul sangue dell’amato, altrettanto la recitazione di Jessica Chastain danza con forza sul nostro cuore e sulla nostra mente, imprimendosi come mai prima d’ora (nonostante, la sua carriera, sia cosparsa di ottime interpretazioni a partire dal semi sconosciuto Jolene). Nella sua interpretazione, così come in quella di Al Pacino, c’è qualcosa di primordiale, di classico e di originale, d’istintivo, di pancia come di cuore. Ogni parola non viene solo pronunciata ed enunciata, ma vissuta, passa tra le vene, attraversa il cuore e poi esce dalla bocca portandosi con sé una fortissima carica emotiva.
Eppure tutta questa seconda parte di un’opera che vive in dicotomia da non non è arrivata, ma accontentiamoci del documentario e aspettiamo che, anche nel dvd in versione italiana, si possa ammirare quel teatro filmato che unisce cinema e palcoscenico come mai prima d’ora.
Sara Prian