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Wolf Creek 2 – Recensione

Ultimo film visto alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia,  ultima gradita sorpresa. “Wolf Creek 2” di Greg McLean, è  il sequel  di “Wolf Creek” (2005) sempre di McLean, che dopo otto anni dal capitolo precedente sembra aver puntato tutto sull’azione e consistenti dosi di splatter a discapito, e per fortuna, di dialoghi e poche scene di tensione e paura visti nel primo episodio.

Australia, deserto. Una coppia di turisti tedeschi fanno l’autostop in mezzo alla strada che attraversa proprio quella lande di terra rossa, quando di notte vengono raggiunti da un’auto e uno strano personaggio che la guida, Mick Taylor (John Jarratt) che li invita ad accamparsi da un’altra parte. Dopo il rifiuto da parte del ragazzo, Taylor si arrabbia e da lì ha inizio la violenta e feroce spirale di crudeltà del serial killer: prima insegue ed uccide la ragazza, fidanzata con il giovane appena ucciso e poi tocca a Paul (Ryan Corr) un altro turista dotato di auto che aiuta la ragazza a fuggire.

Tratto da una storia vera, quella di un uomo predatore di giovani turisti, il regista dopo tutto questo tempo, ha tolto dal piedistallo e riportato in auge il suo killer preferito, interpretato da un bravissimo John Jarratt. Mick Taylor ricorda un po’ il Leatherface di “Non aprite quella porta”, ma ciò che lo contraddistingue, sebbene sia una contraddizione in un horror/splatter, è la simpatia.

Le sue battute aspre, la finta ignoranza che dimostra all’inizio con i due poliziotti che lo prendono in giro e la semplicità e il divertimento che mette nell’uccidere e torturare le sue vittime , condito dagli schizzi di sangue che raggiungono lo schermo, finiscono per far “amare” il personaggio di Mick Taylor. La musica poi, con valzer e il celebre brano “The Lion Sleeps Tonight”, sottolineano ancor di più le scene di violenza ed è grazie alla contrapposizione fra questa e le leggiadre musiche, che il tutto diventa ancora più divertente.

Nonostante il film sia un miscuglio di altri già visti come: “Le colline hanno gli occhi”, “Hostel” o “La casa del diavolo”, la pellicola è dotata di una sua originalità, soprattutto perché, oltre ad essere un horror, vi è una considerazione ed un pensiero nazionalista di fondo: “Via lo straniero!”. Taylor è un australiano doc, si vendica e tortura esclusivamente i turisti e il quiz finale all’inglesino Paul, rappresenta l’apice di qualità del film.

Tensione, adrenalina e risate, fanno di “Wolf Creeek 2” una delle pellicole imperdibili della 70esima Mostra, un gioiellino in stile Robert Rodriguez, ma con sorprendenti trovate originali, inseguimenti mozzafiato, esplosioni di splatter e tanto divertimento.

Alice Bianco

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