Young Adult – Recensione
Giovane adulta, letteralmente. Una contraddizione in apparenza. Una donna bellissima ma fragile, emotivamente immatura, problematica, complicata, una donna che, a trentasette anni, vive la vita come se fosse una liceale.
Mavis Gary (Charlize Theron) è una ghost-writer di libri adolescenziali che abita a Minneapolis. La donna vive come se fosse una giovane eroina dei suoi racconti e passa molto tempo a “rubare” dialoghi reali da adolescenti in strada che inserisce nelle sue storie. Quando riceve l’e-mail di Beth Slade, la moglie del suo ex boyfriend del liceo Buddy che annuncia la nascita del loro figlio, Mavis ha un’illuminazione e il suo desiderio principale diventa riconquistare il suo vecchio amore. La donna torna a Mercuy, la sua città natale, dove era una studentessa nella fase del suo massimo splendore: era la ragazza più bella della scuola ed era fidanzata con l’amore della sua vita, Buddy Slade (Patrick Wilson). Mavis pensa di potersi riprendere tutto, convinta che Buddy si stia accontentando di una mediocre vita provinciale e di una moglie non alla sua altezza. Appena tornata nella cittadina, Mavis si imbatte in Matt Freehauf (Patton Oswald), un ex compagno di scuola, fisicamente handicappato in seguito a un episodio di bullismo all’epoca della scuola, anch’egli, come lei, arrabbiato e disadattato nei confronti della vita. Mentre Mavis parte alla riconquista del suo ex fidanzato, finirà per instaurare un legame molto particolare con Matt.
‘Young Adult’ è il termine con il quale il marketing definisce quella fascia di pubblico che va dai 14 ai 21 anni. ‘Young Adult’, giovani non ancora del tutto adulti, sono anche i destinatari delle storie di cui è autrice la protagonista che, però, scrive sotto falsa identità.
Il nucleo emotivo della protagonista ‘giovane adulta’ fuori tempo massimo, è ben delineato per merito della sceneggiatrice Diablo Cody (premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Juno), qui alla seconda collaborazione con il regista Jason Reitman (Thank you for Smoking, Tra le nuvole) dopo Juno.
Una borsa rosa dentro cui nascondere un cagnolino, T-shirt con il faccino di Hello Kitty, tuta da ginnastica, mini-cooper rossa su cui sfrecciare al ritmo delle hit di gioventù, atteggiamenti infantili che contrastano con l’alcoolismo e con un comportamento aggressivo con l’altro sesso (con cui è incapace di relazionarsi in modo maturo): ecco come si presenta la bella disadattata protagonista.
Mavis è un personaggio in bilico, cammina sul filo del rasoio tra estremi che si toccano, è sgradevole e allo stesso tempo affascinante, una “passive aggressive mean bitch che sputa soltanto odio sul mondo che la circonda” come l’ha definita il regista Jason Reitman. Charlize Theron è praticamente perfetta, l’unica attrice che poteva interpretare questo ruolo, dotata di quella capacità di rendere personaggi in qualche modo “mostruosi”, spregevoli, complessi. Un talento capace di far prendere forma a caratteri difficili e farli convivere con una bellezza prepotente, quasi smaccata, rendendoli paradossalmente ancora più potenti. Una ‘bellissima sfigata’ ci viene spontaneo definire questo personaggio inconsueto, pungente, ricco di sfumature e contrasti, una felice invenzione di scrittura tradotta sullo schermo da un perfetto lavoro di regia. Una sboccata, egoista e provocante immatura legata ossessivamente allo splendore di una gioventù che non c’è più, circondata da un microcosmo di falsità dove, sotto la patina del perbenismo, si celano ipocrisie e rancori, il piccolo mondo della provincia americana che viene impietosamente fuori nella scena madre del party del battesimo e nel confronto finale tra la protagonista e la sorella del suo unico amico.
Nell’universo dipinto da Reitman non si assegna la palma del vincente a nessuno. E se la ‘giovane adulta’ del titolo è una derelitta che vive allo sbando la sua età matura diventando spesso solo una ridicola caricatura di sé stessa, nessuno è vincente intorno a lei, neanche la coppia (apparentemente) perfetta formata dal suo ex fidanzato e dalla mogliettina saggia e premurosa. Perché i vincenti non esistono e in fondo la vita è un continuo percorso a ostacoli dove bisogna solo guardare avanti. Anche se ogni tanto qualcuno si ostina a soffermare troppo irrimediabilmente lo sguardo indietro.
Elena Bartoni