La rivelazione di Sinner: Ho pensato di mollare il tennis
Il tennista azzurro, numero uno del mondo, si è raccontato in un'intervista al Tg1

A pochi giorni dalla fine della sospensione per il caso Clostebol e dal suo ritorno in campo al Masters 1000 di Roma, Jannik Sinner ha parlato in un’intervista ai microfoni del TG1. Il tennista azzurro ha parlato con franchezza di cosa ha provato dall’inizio della vicenda, passando per un periodo molto difficile a livello personale. Ecco alcuni passaggi delle parole del numero uno del mondo.
Cosa ha provato il giorno che gli è stata detta la notizia della positività al test antidoping: “In quel momento non ho capito bene, non sapevo niente, me l’hanno spiegato per capire che cosa era successo alle mie spalle. Poi abbiamo saputo da dove veniva la positività. Ho faticato ad accettarlo: non avevo fatto niente, perché dovevo accettarlo? Ho parlato con il mio avvocato e abbiamo deciso di patteggiare”.
Un periodo difficile: “E’ stato un anno di difficoltà. In campo non mi sentivo bene, il divertimento andava via giorno dopo giorno. La mia fortuna è stata avere intorno a me delle persone che mi hanno aiutato e mi hanno creduto. Parlo del mio team e della mia famiglia. Ho costruito una bolla in cui nessuno poteva entrare e così ho potuto continuare a giocare ed è andato tutto bene, anche se in campo non mi sentivo felice”.
Se rifarebbe il patteggiamento: “Ormai è andata. Se le regole andrebbero riviste? Ognuno segue lo stesso protocollo quando è positivo, nessuno riceve trattamenti diversi, anche se ho ricevuto critiche. Non sono stato trattato diversamente. Anzi, forse mi hanno controllato più degli altri”.
Un momento di crisi: “Se c’è mai stato un momento in cui ho detto ‘mollo tutto, basta’? Sì, prima degli Australian Open di quest’anno. Mi ricordo che era un momento non felice perché c’era ancora aperto il caso doping e a fine anno mi ero detto ‘vediamo come sarà’. Arrivo in Australia e non mi sento a mio agio nemmeno negli spogliatoi: i giocatori mi guardavano diversamente, non mi piaceva, era pesante vivere il tennis così. Io sono uno che scherza sempre e mi sono detto che volevo del tempo libero per staccare. Una delle ragioni per cui non ho giocato Rotterdam è anche questa: volevo del tempo diverso, con gli amici, a prescindere dalla sospensione mi sarei fermato per questo motivo. Anche se non avrei mai pensato di fermarmi tre mesi. Ma è andata così…”.